sabato, settembre 28, 2013

Revit Technology Conference 2013 - Giorno 1

Finalmente si comincia a fare sul serio.
Dopo una doverosa introduzione da parte di Wesley Benn (colui che ha fondato uno dei primi Revit User Group in Australia e a cui va attribuita la paternità dei Revit Technology Conference in tutto il mondo) in cui sono state ricordate le origini di questo tipo di eventi aggregativi, le finalità e i canali di comunicazione attraverso cui mantenere vivo l'interesse dei partecipanti, e dalle cui parole grondava una totale dedizione alla causa, si è passati ad una piccola ma simpatica introduzione di un rappresentante degli sponsor, Graphisoft (notoriamente produttori di ArchiCAD) che ha saputo cogliere l'occasione di un RTC per poter tentare di parlare ad un vasto gruppo di utenti di una softwarehouse concorrente di come loro declinano il concetto di Building Information Modeling.
Successivamente c'è stata una lunga presentazione  di un architetto facente parte del gruppo di lavoro del senatore Renzo Piano nel suo ufficio di Parigi, Bart Akkerhuis, che ha dimostrato come sia possibile utilizzare Revit con profitto anche all'interno di uno studio dove i processo creativo passa attraverso lo studio dei modelli fisici, riducendo il nostro beneamato modellatore parametrico alla strega di un utensile in più a disposizione dell'artigiano-architetto che ragiona per dettagli costruttivi, "pezzo per pezzo". Alla fine della giornata, in modi diversi e per i motivi più diversi, Renzo Piano è stato il protagonista assente di questa prima tornata di lezioni.
Quello per cui vale davvero la pena partecipare ad eventi simili è l'opportunità di avere a che fare con persone che hanno delle idee e delle esperienze da condividere.
Avendo questo in mente si capisce come mai spesso le "lezioni" di oggi si siano concluse con degli interrogativi che non hanno una vera risposta certa ma dipendono da una moltitudine di fattori esterni alla progettazione.
Ad esempio, David Conant ha spiegato come sia possibile ottenere un abaco "generico", nel senso di non legato a nessuna particolare categoria, con gli strumenti che possediamo oggi con la versione 2014. Basterebbe infatti filtrare una categoria qualsiasi per un contrassegno del tipo "XXXXXXXXXX" che difficilmente sarà usato per avere un abaco vuoto e successivamente creare una tabella personalizzando la barra del titolo. Si è soffermato poi sulle potenzialità delle API relative all'uso specifico degli abachi che ora possono essere controllati automaticamente, facendo risparmiare tantissimo tempo per la loro impostazione e in questo senso ridurre gli errori umani di inserimento dati nella tabella "generica" importando il contenuto di un foglio di calcolo Excel direttamente dentro Revit mantenendo addirittura la formattazione delle singole celle.
 Così sarebbe finalmente possibile "ruotare" una tabella con i parametri messi nelle righe e le istanze in colonna; oppure creare un abaco di abachi per fare un quadro riassuntivo del progetto dal punto di vista delle informazioni del progetto e delle dimensioni e quantità contenuti nel modello.
Certo, non era stato previsto un utilizzo simile inizialmente, ma sta di fato che queste possibilità esistono e sono alla portata di sa coglierle. Si possono utilizzare delle add-in per importare informazioni da un foglio Excel per popolare una miriade di parametri nel modello in modo semiautomatico ( a meno di non implementare un updater che innesca una rigenerazione dei contenuti collegati  dal foglio di calcolo esterno al verificarsi di una specifica azione, come ad esempio l'apertura della vista o la stampa, piuttosto che il salvataggio del file).
E alla fine è arrivato anche l'incredibile: lo snake in Revit. Basato su questo concetto di personalizzazione delle celle del titolo dell'abaco e di rigenerazione dei contenuti, un programmatore si è divertito a realizzare una copia del celeberrimo videogame.
La cosa più stupefacente è stata l'abilità di David in qualità di oratore di essere sempre un passo avanti alle domande che mi venivano in mente, era come se sapesse sempre a cosa stavo pensando in quel momento e un paio di frasi dopo sarebbe arrivata la risposta.
Nel pomeriggio ho assistito ad una lezione su come creare dettagli intelligenti in Revit da quello che definirei per il modo di fare, di parlare, di risolvere i problemi come consulente, il Diego Minato del Colorado, uno dei migliori speaker degli ultimi RTC in nord America messo in ombra solamente da quel gigante di Marcello Sgambelluri, sto parlando di Brian Mackey, con moglie e figlioletta di 3 mesi al seguito. Ero un po' scettico inizialmente sui contenuti della lezione, ma fortunatamente il livello di confidenza sull'argomento e la sua organizzazione dei template, sia di progetto sia delle famiglie (si esatto template delle famiglie personalizzate, basta rinominare l'estensione di una famiglia da .rfa a .rft e il gioco è fatto) mi hanno decisamente fatto cambiare in meglio la mia opinione. Anche perché era davvero uguale a Diego quando si mette all'opera. Difficile non dare ragione a tipi come loro ;)
Il suo intento è quello di fornire ai suoi clienti una libreria di componenti bidimensionali etichettabili (non avere nemmeno una singola linea tracciata ma solo componenti), efficienti (evitare le matrici di oggetti come la peste, meglio i dettagli ripetuti), nidificare e riutilizzare le famiglie di componenti il più possibile per avere consistenza di documentazione, popolare il template con delle viste base da duplicare come prima cosa (una per ciascun tipo di vista) che contengano delle note esplicative su come utilizzare questo tipo di componenti per avvisare gli utenti della loro esistenza e di attenersi a poche semplici regole per raggiungere gli obiettivi facendo il minimo sforzo.
Successivamente Julien Benoit ha spiegato come nella sua azienda si faccia ricorso quotidianamente all'utilizzo delle parti per poter ottenere computi precisi (uno su tutti negli abachi delle parti c'è la possibilità di computare correttamente l'altezza massima di un muro anche se associato), avere un unico modello per più analisi, collaborare in modo più proficuo nelle fasi iniziali con i consulenti anche agendo sulle parti negli elementi dei file collegati, mantenere gli oggetti multistrato come un solo elemento a beneficio delle simulazioni energetiche del modello. In questo modo sono in grado di prendere decisioni importanti prima di andare in cantiere e di monitorare ciò che accade ed eventualmente cambiare direzione per rispettare i tempi di consegna, adempiendo agli obblighi di legge  creando tavole dedicate per spiegare alle maestranze cosa andranno a fare e come durante la giornata di lavoro ricorrendo a viste assonometriche per garantire un'ampia leggibilità e una migliore conoscenza per tutti dell'ambiente di lavoro in cui operano nelle migliori condizioni di sicurezza. Decisamente notevole il progetto di dismissione e rimozione di una centrale nucleare con la divisione in parti di un edificio in calcestruzzo armato piuttosto complesso anche per via delle diverse densità di calcestruzzo da 25 a 35 kg/dm^3 con conseguente problema di determinazione del massimo carico possibile per le gru di cantiere, posizionamento degli ancoraggi in funzione del baricentro del blocco per evitare che questi si ribaltassero durante la movimentazione (alcuni blocchi contengono fori e passaggi per diversi tipi di canalizzazione e quindi determinare il loro baricentro non è stato così semplice, per avere tutte queste informazioni e interagire con il loro standard dei fogli di calcolo si avvalgono di apposite API).L'importante in questo tipo di workflow non è sapere come si fanno determinati passaggi ma il perché si debbono fare. Julien ha mostrato bene come ci si possa ingegnare per sfruttare al massimo gli strumenti di cui disponiamo già per ottenere lo stesso grado di controllo sul progetto che potevano avere quando utilizzavano il CAD, senza modificare il modo di lavorare delle maestranze ma anzi fornendogli materiale più semplice da capire a beneficio di tutti per rispettare le scadenze.
E poi ecco che ritorna, Renzo Piano, l'estensione del Kimbell art museum in Texas. Una Case history raccontata da Kelly Cone, che ha speso due anni sul progetto per coordinare le diverse discipline, con tutte le problematiche di un progetto in continua evoluzione, tenere sotto controllo i costi, realizzarlo e controllarlo nella fasi di cantiere. Cruciale l'esame di alcuni passi del contratto che ha avuto una storia molto particolare: dalla stipula all'effettivo via alla cantierizzazione sono passati 3 anni, nel frattempo molte cose erano cambiate e alcuni dei loro consulenti non erano in grado di soddisfare le richieste contrattuali. Un esempio di revisione del contratto ha dimezzato la dimensione minima nel
i modelli passando a due pollici a un pollice (25.4mm). Fortunatamente grazie a questo tipo di accortezza sono riusciti a d intervenire in tempo sul posizionamento di alcuni impianti di sicurezza antincendio all'interno del controsoffitto di progetto senza doverlo abbassare; estremamente interessante anche dal punto di vista architettonico avere il controllo di tutti i dettagli dei getti in calcestruzzo (il cui costo andava dai normali 69$/yard^3 a oltre 400$/yard^3 vi faccio fare le equivalenze) che richiedevano un'elevatissima organizzazione delle casseforme per le quali erano consentite deflessioni massime di 1/4 di pollice su lunghezze di 40' senza tasselli intermedi: il risultato casseforme spesse 6' (circa 1,80m). Ho trovato il tutto molto istruttivo e ben esposto, e alla fine della giornata il bilancio è molto positivo, domani un altro ciclo di lezioni da cui spero di trarre nuovi stimoli e qualche consiglio utile da poter condividere.

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